Oggi
è il 24 e viverlo nell’orizzonte della riflessione che si è aperta ieri ci
provoca e coinvolge ad essere “figlie”, “madri”, “sorelle”.
Iniziamo
la giornata con la Celebrazione eucaristica presieduta da don Antonio Escudero,
docente di Teologia fondamentale, Cristologia e Mariologia all’Università
Salesiana di Roma.
Nell’omelia,
don Antonio si collega al Vangelo odierno (Lc 8, 19-21) in quanto il racconto
sinottico ci porta a riconoscere l’esperienza originaria della filialità
mariana: «L’essere figlio di Maria è innanzitutto l’esperienza propria di Gesù
di Nazaret - dice -. L’essere figlio di Maria appartiene alla sua identità,
all’iniziativa manifesta del Padre, all’azione unica dello Spirito e
all’accoglienza consapevole della madre. L’esperienza di essere figlio di Maria
si trova su quel filo meraviglioso della misericordia e della vicinanza estrema
di Dio, ed è chiaramente insondabile, realtà memorabile e anche inafferrabile.
A Gesù ricordano alcuni la sua filialità. Anche noi sentiamo lo stesso richiamo
nel nostro oggi: “Tua madre è qui fuori e desidera vederti”. La filialità di
Maria sarà per Gesù di Nazaret una relazione aperta, e non patrimonio chiuso ed
esclusivo. La filialità è aperta innanzitutto dal dinamismo della salvezza
senza limiti. È l’ascolto della Parola che costituisce la relazione
materno-filiale. E con l’estensione della maternità si apre altrettanto la
filialità. La filialità è aperta nella direzione della fraternità: coloro che
ascoltano e adempiono la Parola sono ugualmente fratelli e sorelle».
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